Virginia López

Construido con Berta.me

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    virginialopez_invisibles_2010_campo nomade di quaracchi:firenze.

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    Invisibles, 2010-2011
    “la città attuale contiene al suo interno spazi nomadi (vuoti) e spazi sedentari (pieni) che vivono gli uni accanto agli altri in un delicato equilibrio di reciproci scambi. Oggi la città nomade vive al interno della città sedentaria, si nutre dei suoi scarti offrendo in cambio la propria presenza come una nuova natura che può essere percorsa solamente abitandola (…) Francesco Careri , Walkscapes.
    Fotografie scattate nel mese di febbraio 2011 nel campo nomade di Quaracchi, nella periferia di Firenze tra Peretola e via Pistoiese . Non c’è corrente, non c’è illuminazione, non c’è niente, se non fango, spazzatura e informi baracche. Tra di loro, vi è Severino, in cerca di lavoro. E tante famiglie. Uno spazio interstiziale , un margine instabile da definire tutti insieme. Una riflessione sulla nostra capacità di accogliere l’altro, l’integrazione culturale, sul concetto di casa e di territorio. Una forma di mettere in luce delle persone che speso rimangono al confine, invisibili.
    Il lavoro fu concepito per la sua istallazione nel vecchio ex-cemetificio di Gambettola, Forli, oggi adibito a spazio espositivo : Fabbrica. Il lavoro si è sviluppato con una prima fase di documentazione e fotografie di campo durante il mese di febbraio sul campo nomade di Quaracchi, allora in vie di smantellamento con provvedimenti di rimpatrio per chi vi abitava ( comunità di romeni principalmente). La collocazione finale del lavoro in un ex-cementificio rinforzava la ricerca del lavoro: una riflessione sul concetto di casa, di territorio, mettendo in luce altre possibilità di stare nel mondo (errare come movimento verso lo sconosciuto guidato dalla curiosità includendo in sé la possibilitàdel errore che diventa cosi istrumento di conoscenza.) e definire gli spazi interstiziali che ci lasciamo in torno.
    es.

    Errare humanum est forma parte de la instalación Invisibles, un trabajo de campo realizado en Florencia en el 2011: El campo nómada de San Pietro a Quaracchi, situado en la perifería norte de Florencia (Italia) se desmanteló el 16 de junio del 2011. Las 110 personas que alli habitaban (según censo de Caritas) aceptaron la ayuda económica para su regreso a Rumanía. La emergencia sanitaria ha sido resuelta sin embargo el problema social persiste: nuestra capacidad para relacionarnos y convivir con la comunidad rom y su cultura. La repatriación no solucionará el flujo migratorio constante de esta comunidad que en los paises de origen versan situaciones de marginalidad similares.
    “la ciudad actual contiene espacios nómadas (vacios) y espacios sedentarios (llenos) que conviven unos al lado de los otros en un delicado equilibrio de intercambios recíprocos. Hoy la ciudad nómada vie al interno de la ciudad sedentaria, se nutre de sus deshechos ofreciendo a cambio la propia presencia como una nueva naturaleza que puede ser comprendida sólo habitándola” Francesco Careri.
    La instalación reflexionaba sobre la idea de espacio intersicial dentro de la ciudad, márgenes inestables que deberíamos definir todos juntos. Al mismo tiempo contempla la idea del “errare” entendido como vagabundeo: caminar sin dirección o meta cierta, pero también como la posibilidad de equivocación, convirtiéndose el “error” en un instrumento de conocimiento a través de una exploración errante de lo desconocido, movidos por la curiosidad.